Un client proprietario, o sviluppato in prima persona da chi offre la casella di posta elettronica, non offre garanzie sul fatto che sia sicuro al 101% e che le conversazioni vengano tutelate in termini di riservatezza, sicurezza (intesa sia come safety sia come security), integrità delle comunicazioni e via discorrendo.
L'apertura dei sorgenti o la loro chiusura non necessariamente implica sicurezza poiché tante vulnerabilità o difetti sono venuti fuori e rischiano di diventare pubblici su una testata a rilevanza nazionale, un venerdì sera, prima di un lungo ponte...
Nella casella gratuita di Tutanota non è previsto l'accesso tramite client in modalità POP3 o IMAP perché considerati un punto debole per la riservatezza delle comunicazioni. Quale poi sia la modalità o il protocollo migliore a tal fine non saprei, la domanda va oltre le mie competenze.
Temo che la risposta sia dentro me, e sia semplice, ma sia quella sbagliata. Cit.
Quando si utilizza uno strumento (Client sviluppato da Tutanota, browser generico, client generico) per comunicare tramite una specifica casella, si è di fronte a una assunzione di responsabilità implicita: lo strumento è sperabilmente idoneo a garantire l'integrità e la riservatezza delle comunicazioni e con essa delle persone che vi partecipano. O per lo meno questo è un impegno che cercano di portare avanti.
Un browser o un client di posta elettronica sono progettati per funzionare su vari dispositivi, con diversi sistemi operativi, e per navigare su tanti siti e comunicare tramite diverse caselle di posta elettronica, non soltanto Tutanota. Gestire un ecosistema tecnologico non è facile. Ma gli ecosistemi sono quelli al cui interno avviene l'utilizzo di una casella con le necessità che essa si porta dietro...
Vi sono caselle di posta elettronica che possono essere una alternativa, ma dobbiamo chiederci:
Serve che i Server siano in Italia e che l'azienda sia Italiana per conto di italiani...?
Che qualità del servizio serve?
Quanta capienza?
E via discorrendo...