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Le solite cose all'italiana...
Quelli di Libero hanno cavalcato l'onda delle caselle
free ai tempi d'oro, avevano tra le mani un database prezioso di utenti e dati personali e se lo sono fatti sfuggire tenendo presente solo i costi, asfissiando i loro utilizzatori con varie restrizioni sempre più soffocanti (ricordate
libero.lua di HTML2POP3?)
Nel frattempo Google, dopo la fase iniziale a invito, ha dato caselle gratis e capienti a tutti, senza neppure (all'epoca) tante restrizioni, si è fatto vedere come il salvatore della patria, ha innovato i suoi servizi pensati (all'epoca) anche per i client di posta elettronica e senza restrizioni degli ISP, quindi ha fatto incetta di utenti e dati personali, dimostrandosi più lungimirante di costoro.
Risultato?
Oggi siamo letteralmente schiavi del telefonino, sì, ma soprattutto dipendiamo in maniera esagerata da un fornitore di posta elettronica, senza il quale perderemmo gran parte dei nostri accessi!
Bibbolo ha egregiamente centrato il problema:
Pensiamo ad eventuali procedure di recupero password per account di qualsiasi genere, comunicazioni della banca, link per webinar come nel caso di michro, alert di qualsiasi tipo.
Quanti siti o servizi prevedono la possibilità di cambiare (e facilmente, il che non guasta) il proprio indirizzo di posta elettronica?
Ormai sul Web non siamo più una persona che possiede un qualsias indirizzo email ma siamo diventati un indirizzo email univoco che possiede una persona...
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