Ammetto che il senso di questa funzione continua a sfuggirmi.
Credo che ci sia innanzitutto un equivoco, la "identity" non serve [solo] per variare la "descrizione della persona" ma proprio l'address.
E questo è chiaramente spiegato nei documenti.
Quindi non "dott. Mario Rossi <mario.rossi@daqualcheparte.it>, ma "dott. Mario Rossi" <dott.mario.rossi@daqualcheparte.it>
(tralascio in questa fase il discorso sul '.')
Diciamo che è un uso meno appariscente della pratica del sub-addressing (quella del '+' inserito nella parte 'local' dell'address).
Anche perchè, a decenni di distanza dalle relative RFC ci sono ancora importanti società/enti, con form vecchi copiati e ricopiati da chissà dove, che ti rifiutano il '+' pretendendo di farti pure la lezioncina (sbagliata) sul fatto che "...il '+' non è consentito non essendo un carattere standard...".
Riprendendo il filo, il problema, semmai, non è sul server SMTP (mica vero che non esistono più server SMTP che non vincolano l'invio all'address del dominio; no-no; ce ne sono millemila, anche della pubblica amministrazione), ma su quello di ricezione!
Questo infatti deve "conoscere" in -qualche modo- l'address/personality, altrimenti lo rifiuta con 510/511.
Quindi la -quasi- necessità di averne uno proprio.