- Cicli di rilascio più brevi = più alte probabilità di disaffezione causa tappe forzate degli aggiornamenti (mi spiego: non sono l'unico che ha iniziato a disinnamorarsi di Ubuntu perché ad ogni aggiornamento - semestrale - doveva ricominciare daccapo...)
Io uso Ubuntu dal 2006 ma ho iniziato a capire che non è obbligatoriamente necessario cambiare versione ogni sei mesi per via dei nuovi rilasci.
Teoricamente non sarebbe neanche necessario amche se magari è preferibile reistallare tutto daccapo.
Comunque arivando a Mozilla, non credo che sia proprio "necessarissimo" avere l'ultimissima versione aggiornatissima con "tuttissime" le correzioni e controcorrezioni. Cedo che possa bastare una versione ragionevolmente recente e supportata.
Io non credo che le versioni dovrebbero essere rilasciate a cottimo, ma quando funzionano ragionevolmente bene e sono state sufficientemente revisionate.
Il terzo punto mi preoccupa già di più; cicli di rilascio più brevi = maggior obsolescenza degli add-on ed io considero questi ultimi il punto di forza di Firefox rispetto a Chrome.
Quoto.
Quoto pure io e mi chiedo se in questa osservazione ci sia anche la considerazione che gli sviluppatori di estensioni dovrebbero fare un maggior sforzo per sviluppare, adattare, testare, revisionare etc le loro "creature" su un nmero maggiore di rilasci che potrebbero avere una sruttura interna diversa (con tutte le complicazioni del caso)...
Comcludo dicendo che va bene che chi crea software si guardi attorno per cercare caratteristiche interessanti E utili, ma dovrebbe mantenere la propria identità cercando di salvaguardare i risultati positivi ottenuti finora.
So di essere (forse) solo un povero fessacchiotto, però volevo offrire alcune mie osservazioni
