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Autore Topic: <P> Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte  (Letto 1169 volte)

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Offline michro

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Titolo completo:
Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte, come effettuare una verifica

Originale en-US
https://support.mozilla.org/en-US/kb/thunderbird-help-openpgp-counterfeit-key

Traduzione
https://support.mozilla.org/it/kb/chiavi-openpgp-autentiche-contraffatte
« Ultima modifica: 22 Giugno 2022 16:45:01 da michro »

Offline michro

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Re:Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte
« Risposta #1 il: 21 Giugno 2022 12:57:33 »
Il titolo en-US è OpenPGP keys might be authentic or counterfeit, mi sembrava che "Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte" potesse risultare poco efficace e così
l'ho integrato optando per Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte, come effettuare una verifica. Spero vada bene altrimenti si accettano suggerimenti/alternative.

Per i nomi dei protagonisti, i soliti "Alice e Bob", ho scelto gli stessi nomi adottati nell'articolo https://support.mozilla.org/it/kb/crittografia-end-end-thunderbird ovvero Alice e Mario.
Lì la cattiva era Lucrezia (per noi italiani, Eve per gli en-US). Qui il cattivo è "Mallory", vogliamo usare nuovamente "Lucrezia"?

Link prima stesura per revisione
https://support.mozilla.org/it/kb/chiavi-openpgp-autentiche-contraffatte/revision/246660

Resto in attesa di QA ;-)

Offline miki64

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Re:Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte
« Risposta #2 il: 22 Giugno 2022 16:25:24 »
Citazione
Questo tipo di attacco è chiamato "Monster-in-the-Middle-Attack" (MITM), noto anche come attacco man-in-the-middle
Ed ecco che finalmente ho capito davvero bene che cos'è questo attacco... Ci voleva un articolo di Mozilla Italia e il buon michro!

Citazione
Come secondo passaggio, Alice e Mario dovrebbero ripetere il processo visualizzando la chiave di Mario. Mario dovrebbe aprire i dettagli della sua chiave e Alice dovrebbe aprire la chiave che ha ottenuto da Mario e che afferma di essere a nome di Mario. Quindi Mario dovrebbe leggere l'impronta digitale che vede sullo schermo per la sua chiave e Alice dovrebbe ascoltarla e confrontarla con le informazioni che vengono mostrate per la chiave di Mario.
Se non mi confessi che qui ci hai perso la testa, io riterrò che tu non sei umano...  :mrgreen:
Quasi come il mitico Giacomo Agostini!
Citazione
AGOSTINI NON È UMANO!
L'edizione del 1974 della "classica" di Daytona, la 200 Miglia, è passata alla storia per l'impresa di Giacomo Agostini, che con la sua Yamaha (aveva da poco firmato il contratto che lo avrebbe legato alla casa giapponese) sfidò i piloti americani in una delle loro gare più rinomate e prestigiose.
C'era molta attesa il 10 marzo 1974 attorno ad Ago, sia per il solito alone mediatico che distingueva il primo vero divo delle due ruote, nonché uno dei primi divi in generale dello sport italiano, sia per il debutto con la Yamaha, una moto che rappresentava una nuova sfida per il pilota bresciano, che per la prima volta passava da un motore a 4 tempi ad uno a 2 tempi.
Tanto da richiamare la curiosità di fan e addetti ai lavori riguardo al modo di guidare la moto, e cioè se avrebbe mantenuto il solito stile di guida fluido e pulito che lo aveva segnato negli anni in MV Agusta.

Come ama definire lo stesso Agostini, la vittoria ottenuta a Daytona rappresenta l'impresa più bella della sua carriera, sebbene riguardi un evento non compreso nel calendario del mondiale. Questa più che condivisibile considerazione nasce da una serie di fattori che hanno impreziosito il successo del pilota italiano, aiutando l'impresa ad entrare nella leggenda, nel mito del motociclismo.
L'annuncio della partecipazione del 15 volte iridato alla 200 miglia di Daytona generò una grande attesa, condita dal fatto che l'italiano non aveva mai corso negli Stati Uniti, né aveva mai corso con una moto 2 tempi, né aveva esperienza di piste con curve sopraelevate, né conosceva a fondo i piloti con cui avrebbe duellato in gara.

Serviva dunque un'impresa per un pilota che in Europa deteneva in maniera incondizionata ed incontrastata, lo scettro di pilota più forte, ma che negli Usa non riscontrava lo stesso trattamento.
La Daytona era soprattutto un feudo a stelle e strisce: negli U.S.A. si guardava in malo modo chiunque osasse parteciparvi arrivando da altre nazioni. L’unico pilota non europeo ad averci vinto fu il compianto Jarno Saarinen l’anno precedente, due mesi prima dei tragici fatti di Monza. Jarno Saarinen, proprio il pilota che Agostini andava a sostituire.

In seguito all’annuncio ufficiale della partecipazione di Agostini, i malumori della stampa statunitense, specializzata e generalista, non tardarono: in articoli tesi a dimostrare la netta superiorità del piloti locali, osannando le qualità del campione USA Kenny Roberts, la stampa apostrofava Agostini con soprannomi derisori come “Ago-Daisy” ("Ago la margherita", riferendosi alla sua fama da playboy o comunque di pilota delicato, nomignolo dato da Kenny Roberts per sottolineare quanto Agostini, per quanto fosse forte in Europa, non fosse altrettanto pronto per le gare americane, ritenute troppo "hard" per lui) - o sprezzantemente razzisti come “Ago-Dago” ("dago", termine dispregiativo usato per definire persone di origine latina).

Il giovane americano (futuro tre volte campione del mondo della 500) infiammò la sfida e aggiunse successivamente:
«Agostini non conosce il circuito e non conosce la sua moto; me lo mangerò tutto crudo».

Ricorda Agostini: “La General Motors all’aeroporto mi offrì un’auto di cortesia, una Chevrolet bianca, su cui c’era scritto ‘13 volte campione del mondo’. Roberts disse: «L’Europa è solo una provincia, il mondo è l’America: io sono campione nazionale, io sono il campione del mondo». Non replicai, ma non mi andò giù.”

Al "trash talking" dei piloti di casa, ovvero l'attitudine (ravvisabile in molti sport americani) di provocare l'avversario tramite la violenza verbale, Agostini rispose nel modo a lui più congeniale ed efficace, ovvero applicando il suo metodo meticoloso e preciso nella preparazione della corsa, unita ad una preparazione fisica di gran lunga migliore rispetto a quella dei rivali.

Mino trascorse la settimana di prove prendendo la parte del turista: la mattina presto, anche a turno iniziato, passeggiava lungo il tracciato in ciabatte e pantaloncini. Il suo obiettivo era esaminare con calma ogni millimetro della pista, studiare le traiettorie e quando poteva scrutava gli altri concorrenti per capire i punti di frenata, per poi mettersi in sella e mettere in pratica ciò che aveva compreso.
Durante le pause per il pranzo, quando la temperatura superava i 40°C, non si sfilava la tuta in pelle e correva per un’ora, sotto il sole, per preparare il fisico e la mente alle condizioni della corsa. Il resto del tempo, se non era in sella, lo passava con i meccanici Yamaha a controllare e ricontrollare la sua Yamaha TZ 750 a due tempi in ogni bullone, ogni saldatura, ogni filo ed ogni nastratura come suo solito, mettendo a dura prova con la sua vincente pignoleria la mitica precisione e calma giapponese.

Le qualifiche non andarono benissimo, si classificò solo 5° sulla griglia di partenza.
E i media si scatenarono contro di lui offendendo il suo palmares e sottolineando come non fosse riuscito neanche a qualificarsi tra i primi tre.

Agostini, quindi, giunse allo start della 200 Miglia carico come non mai ed in perfetta sintonia con la 750 made in Iwata.
La sua biancorossa Yamaha scattò al via benissimo e Giacomo Agostini prese presto la testa della corsa e per tutti i 52 giri del terribile tracciato di Daytona egli continuò a prendere a martellate il cronometro!
Kenny Roberts tentò in tutti i modi di non farlo scappare, ma non era ancora "il marziano" e fu sconfitto esattamente come tutti gli altri umani presenti in griglia.
La differenza mentale, fisica e tecnica, si vide quindi in gara. Agostini, uno dei pochi ad essere dotati di gomme non completamente lisce,con lo stile fluido e scorrevole ebbe la felice e voluta conseguenza di preservare gomme, carburante ed energie, in una gara straziante dal punto di vista fisico tanto da "cercare le gocce di sudore con la lingua per bagnarsi", come lui stesso ci ha raccontato.

Ad un certo punto, anche se in testa, Agostini voleva ritirarsi perché era stremato dalla fatica e dal caldo micidiale, ma tenne duro pensando ai suoi tifosi che erano lì e credevano in lui.
Quindi nel giorno della gara, il pubblico statunitense ebbe modo di conoscere il vero volto del pilota bergamasco, che nulla aveva a che fare con l’immagine inoffensiva e tranquilla dei giorni precedenti.
Vinse Agostini, 52 giri sempre in testa, l’unico vero alieno schierato in pista. Lo stesso che quando si correva di domenica in Europa una gara di moto, semplicemente la vinceva lui. Anche Roberts dovette ritrattare i suoi intenti di cannibalismo pre-gara.

Giacomo si aggiudicò quindi la vittoria, tagliando il traguardo stremato, con largo distacco sul compagno di marca Roberts, arrivato  secondo dopo aver inutilmente tentato di superare il campione italiano.
Si trattò di una prova di resistenza incredibile, alla luce dei 31 anni con cui Ago esordì nella difficile corsa floridiana. Mino oltretutto costrinse, senza volerlo, la modifica della cerimonia della premiazione, che subì un forte ritardo: Agostini si trovava disteso su un divano della sala stampa, assistito dal dottor Costa. Non riusciva a muoversi, con tutto il corpo paralizzato dall’acido lattico accumulato e con una flebo nel braccio.

La regolarità di guida e la prestazione mostrata furono la miglior risposta allo scetticismo degli americani che dovettero fare un passo indietro di fronte al pilota più vincente di tutti i tempi. Lo dimostrarono le parole dello stesso Kenny Roberts, che al termine della corsa elogiò il rivale italiano, fino a quel momento schernito:
«Non posso credere che Agostini sia un essere umano.»
Dopo la vittoria, infatti, Agostini lo incrociò e gli disse: «Forse oggi hai capito chi è il campione del mondo.»

(Due settimane più tardi Agostini, ancora una volta in sella alla TZ 750, si affermerà alla 200 miglia di Imola battendo nuovamente il compagno di marca Roberts al suo esordio in Europa, l’unico a partire con entrambi gli pneumatici slick)



Citazione
Qui il cattivo è "Mallory", vogliamo usare nuovamente "Lucrezia"?
Avevo pensato a "Silvio", ma lasciamo "Lucrezia"...  :mrgreen:

Ovviamente: QA passato!  :like:

Ciao.
« Ultima modifica: 31 Marzo 2023 18:58:19 da miki64 »

Offline michro

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Re:<P> Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte
« Risposta #3 il: 22 Giugno 2022 16:49:09 »
Miki, chiamami "Ago" 8)

Silvio non era male :lol: Ho optato per Lucrezia (Borgia) perché è gelosa di Alice e del rapporto che ha con Mario e vuol mettere zizzania :twisted:

Grazie per il controllo. Approvato ;-)

P.S. Grazie per l'aneddoto sul grandissimo Agostini, non lo conoscevo…

Offline miki64

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Re:<P> Le chiavi OpenPGP potrebbero essere autentiche o contraffatte
« Risposta #4 il: 22 Giugno 2022 18:21:23 »
Miki, chiamami "Ago" 8)
No, probabilmente sei più intelligente di me...  :lol:
Non è facile esserlo ma può accadere...

Silvio non era male :lol: Ho optato per Lucrezia (Borgia) perché è gelosa di Alice e del rapporto che ha con Mario e vuol mettere zizzania :twisted:
Giusto! Cospiratore!  :lol:

P.S. Grazie per l'aneddoto sul grandissimo Agostini, non lo conoscevo…
È una bella pagina della storia dello sport e della storia dell'Italia.
Oggi si parla di ben altri personaggi (Fedez, Fabrizio Corona, Balottelli, Silvio... e simili) quando invece dovremmo essere grati a ciò che di bello e pulito ci hanno insegnato le Storie di Giacomo Agostini o di Gigi Riva.   ;)

Alla prossima!  :)

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