Non posso giurare che i dati siano autentici al 111%, né che l'annuncio non è pro domo propria, ma una ratio nell'aver voluto spingere su determinati cambiamenti e innovazioni c'è.
Carissimo Deckard, scusa il mio scetticismo.
Se Google si vanta di qualcosa, è perché
costringe i suoi utenti, non perché effettivamente facilita loro la vita.
Per esempio, sto notando dei peggioramenti nell'utilizzo di GDrive con Windows XP (che non è più supportato, d'accordo) e con Pale Moon.
Se utilizzo Firefox, invece, tutto bene: nessun lag, le barre scorrono, i clic sono immediati, eccetera.
In nome della sicurezza si cerca semplicemente di far cambiare sistema operativo (e fin qui mi sta bene, visto che XP non è più sul mercato) e browser (e questo non mi sta bene, perché Pale Moon non è obsoleto). E si cerca di spingere su un nome solo, Chrome, alcune delle quali sue funzioni sono esclusive per i servizi Google e del quale browser ci sono estensioni dedicate non disponibili per altri browser.
In poche parole, in nome della sicurezza si crea un ecosistema tutto-Google. Sicurezza sì, ma privacy? Sicurezza sì, ma possesso reale dei propri dati?
Uno se ne può benissimo fregare, tanto stavolta tocca a Pale Moon e non tange Firefox.
Ma domani che toccherà a Firefox? E dopodomani a qualcos'altro?
Tu che sei una persona di elevata cultura, apprezzerai l'accostamento profano, ma molto indicativo.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»