Ho letto solo 20 minuti fa, per caso, un articolo su Repubblica e trovo conferma qui.
A questo punto io credo che la domanda da farsi non sia quale sia il futuro di TB, ma in generale dell'Open Source perché deve essere ben chiaro a tutti: non si può continuare andare avanti con le favole condite qua e là dalle motivazioni "contro" qualcosa/qualcuno.
È un modello che vince solo se entra nelle aziende, ma dopo questa decisione dubito che ci sia anche solo un ufficietto disposto ad investire su una tecnologia che non garantisce il ritorno degli investimenti.
20.000.000 di utenti e nessuno che ne tiene conto? È una notizia sconvolgente!E senza parlare poi del resto: distribuzioni Linux che non si parlano tra di loro; la nuova versione Joomla che se ne infischia se il suo enorme parco di installato si trova con le braghe calate; upgrade (anche di TB/FF) che creano più problemi di quelli che dovrebbero sistemare; ...
L'apporto di tipo volontario deve essere una risorsa non il modello di riferimento perché l'Open Source avrà successo solo se diventa un reale modello industriale non un'area hobbistica come è adesso.
Ed il fatto che lo si debba ancora dire oggi, nel 2012, la dice tutta della sua sconfortante realtà.
Domanda volutamente provocatoria: io potrò anche valutare le alternative a TB, ma chi glielo va a dire ad un Direttore Generale convinto di abbandonare tecnologie consolidate dagli anni per qualcosa che viene annunciato come "in fin di vita" dopo solo pochi anni che si proponeva esso stesso come l'unica alternativa?
Mah!