Confermo la risoluzione (provvisoria?) del problema anche per me.
Problema in corso almeno dall'altroieri: solo che, non avendo in programma particolari attività via mail, sulle prime non ci avevo neppure fatto caso.
@miki: ma veramente secondo te alla Verizon/Yahoo sono così fessi da segare le gambe al client email più diffuso dopo Outlook? E dai...
Mi intrometto un attimo in quanto citato in precedenza a supporto della tesi in oggetto: quale interesse avrebbe Yahoo! a comportarsi in quel modo?
Lo stesso interesse di Twitter nell'affondare in serie i client alternativi per Android col sistema dei token.
Lo stesso interesse di Google nel dismettere un servizio usatissimo come Reader, rimuovendo il principale link fra il grande pubblico e i feed RSS: tecnologia tanto essenziale quanto inadatta a veicolare contenuti-spazzatura e forzare l'accesso ai siti di provenienza delle news.
Lo stesso interesse di Microsoft, a suo tempo, nel cambiare continuamente i parametri di accesso a Messenger per mettere i bastoni fra le ruote a client e multimessenger di terze parti.
Il problema è, per così dire, di carattere generazionale.
Quando ho iniziato a usare Internet, nel 2001, la scarsità di banda disponibile e l'ottimismo sui guadagni facili della new economy portavano a inondare il mercato di servizi gratuiti e senza restrizioni: l'importante era diffonderli presso un'utenza il più possibile vasta, a qualsiasi condizione.
Il che ha permesso alla mia generazione di maturare un approccio basato su privacy, rimozione della pubblicità, ottimizzazione e risparmio di banda, controllo dei propri dati, libera e continua ricerca di soluzioni alternative.
Negli anni successivi, la percezione di aver sbagliato i conti - con dipendenza sempre più marcata dalla pubblicità - e l'avanzare delle logiche di tecnocontrollo hanno imposto una "pedagogia informatica" di segno opposto: nella quale l'utente figura come mero e temporaneo affittuario di un servizio, del quale fruire a condizioni dettate quasi unilateralmente dal fornitore.
E, a quel punto, alternative libere, tecnicamente solidissime, assai diffuse come Thunderbird passano, per dirla con Cetto La Qualunque, da risorsa a problema.
Qualcosa del genere sta accadendo anche in ambito mobile, dove la disponibilità delle notifiche push in tempo reale - in luogo dei controlli a intervalli regolari col polling, che ritardano la notifica di una nuova mail e massacrano la batteria - con app di terze parti richiede il supporto alla modalità IMAP Idle.
Che Yahoo!, unico fra i principali provider, non fornisce se non tramite la sua app proprietaria.
Con la quale - e questo è un argomento a favore dell'inefficienza "in buona fede" - sta a sua volta combinando disastri da una versione all'altra, a colpi di mail non inviate o addirittura sparite.
Ma la dinamica di cui sopra, con la degenerazione di tanta parte di Internet da Grande Rete a una specie di Tv privata, mi sembra tristemente palese.